Pubblichiamo e sottoscriviamo le considerazioni di Francesco Fabbri, che Francesco Savorani, uno degli scout che ha prestato servizio durante DAWE 2018, ci ha inoltrato. E’ un tema che ci ha toccato davvero da vicino il giorno dopo la cena itinerante, e intendiamo fin da subito muoverci per migliorare questo aspetto, ma non solo.
Vorremmo diventare parte attiva di un movimento che renda bellissime queste manifestazioni anche il giorno dopo. Non possiamo farlo da soli. Abbiamo bisogno di tutti. Anche di persone come Francesco che, per fortuna, non si limitano a puntare il dito.
Discarica in Piazza della Libertà
“La festa della sporcizia”. Questo è stato il commento di uno dei netturbini che, una volta svuotate le strade di Faenza, ha pronunciato guardando il mare di immondizia che ristagnava sotto le scalinate del Duomo in Piazza della Libertà. Ma facciamo qualche passo indietro.
È venerdì sera e i preparativi per la cena itinerante sono terminati, si respira aria di festa e al collo dei faentini già oscillano i calici, pronti ad accogliere del buon vino. Durante la notte c’è chi lavora e chi beve, chi canta e chi balla, o chi semplicemente gode del clima tranquillo e festoso della città.
Anche io ero là, sempre in prima fila, con una mano al bicchiere e l’altra al cielo, a volte protagonista, a volte spettatore di questo evento che ha raccolto faentini e no. Poi le ore passano e la gente rincasa. Cala il silenzio e in giro si vede solo qualche barcollante compagno di festa o qualche barista intento a pulire il proprio locale. Non più le persone o la musica, ma plastica e vetro in frantumi diventano i protagonisti della notte. Letteralmente un fiume di spazzatura. Una scena imbarazzante… Le belle vie del centro ridotte ad una discarica: “la festa della sporcizia”.
Queste parole non vogliono essere una predica, tanto meno un’accusa, ma il quadro di quello che ho visto e provato nella festosa notte tra venerdì e sabato. Il fine di tutto questo discorso è solo quello di lanciare uno stimolo per chiunque abbia voglia di ascoltarlo.
Ho ricevuto molti commenti alla mia storia tra cui: “ Avrebbero pulito comunque”, “Tanto la gente continuerà sempre a sporcare”, “Senza sporcizia non ci sarebbe lavoro per i netturbini” e il mio preferito “ Ah, ma io non ho mica sporcato!”.
Allora a tutti questi ne voglio aggiungere uno, una di quelle esclamazioni che iniziano con un bel “SE” utopico, una di quelle che suona come una favola e ci fa sorridere:“SE è vero, come è vero, che una persona può gettare in terra circa dieci oggetti in una serata, è altrettanto giusto dire che quella stessa persona, con un sacco in mano, dieci minuti di tempo e un po’ di voglia, può raccogliere centinaia di bicchieri, bottiglie e sporcizia varia”.
E ancora “SE una persona in dieci minuti può pulire le scalinate del Duomo, una squadra di dieci persone può pulire il centro di Faenza in una notte”. E SE quella squadra contasse altri dieci elementi? E SE tutti quelli che erano in giro per il centro avessero raccolto una cosa a testa? Un’ora, o forse meno, e Faenza sarebbe tornata pulita come ci piace vederla ogni giorno.
I “mi piace” non cambiano nulla! Un caloroso e sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito a ripulire la città.
Un passo alla volta… “L’uomo senza utopia sarebbe come un mostruoso animale fatto distinto e raziocinio… una specie di cinghiale laureato in matematica pura”.
(Fabrizio De André)